Uomo determinato, dedito alla prosperità della comunità di Sacile.
Mario Rossetti (San Vendemmiano 15.06.1920 – Sacile, 25.6.1981), giovanissimo, alla prematura scomparsa del padre, ha dovuto abbandonare gli studi superiori per l’impiego nella allora Cassa di Risparmio di Udine, esplicando per diversi decenni incarichi di alta responsabilità fino alla quiescenza.
Nel 1965 entrò per la prima volta in seno al Consiglio della Pro Sacile, sotto la presidenza di Ernesto Toffano: una gestione che operò una svolta radicale nell’attività programmatica dell’Associazione che ancora risentiva fortemente di stretti spazi operativi e di scarse risorse economiche. Furono potenziate le attività culturali (già avviate con la mostra di Luigi Nono) tra le quali si ricorda la mostra di Romano Rui, quella di Domenico Cantatore, quella delle armi antiche, nonché i concerti in Duomo e in Teatro. Venne realizzata la mostra canina nell’ambito della Sagra dei Osei e la pubblicazione del periodico Livenza.
Nel 1971 Mario Rossetti viene eletto presidente della Pro Sacile, manifestando da subito non solo di voler rafforzare le strutture e gli impianti societari, ma soprattutto di voler dare un forte ruolo all’Associazione nell’ambito della vita civile, in modo che la Pro potesse essere sempre più autonoma nell’esercizio delle sue attività. Il tutto ovviamente in collaborazione con l’Amministrazione comunale e le altre Associazioni cittadine, quali la Filarmonica e il Piccolo Teatro di Sacile. A tal fine, Mario Rossetti indirizzò la sua attenzione verso il potenziamento della Sagra dei Osei e la conoscenza della Città di Sacile: due punti cardine nei quali operò con la divulgazione, la propaganda, l’illustrazione e le guide turistiche (suo fu il primo depliant sulla città), la rinascita del giornale Livenza, arrivando a curare persino gli aspetti grafici dei manifesti delle singole manifestazioni programmate. In difesa dell’uccellagione, allora strumento essenziale per la sopravvivenza della Sagra, la Pro Sacile aderisce alla nascita della Associazione Nazionale fiere e sagre di Gussago e del Gruppo Uccellatori del Friuli, aderente alla Associazione Nazionale Uccellatori “Luigi Gasparotto” di Bergamo. Il presidente Rossetti si darà molto da fare nell’aiutare la nascita di altre fiere di uccelli in altre regioni, opponendosi alla soppressione dell’aucupio.
Questi primi anni della sua gestione sono contrassegnati anche dall’allestimento di mostre e attività culturali, dal carnevale dei ragazzi e da un aumento di visitatori della Sagra sulla quale si costruiscono sempre maggiori attrattive in previsione anche del Settecentesimo anniversario. D’accordo con la Rassegna di Prosa di Pordenone promuove particolari condizioni di abbonamenti “affinché si tornasse a formare a Sacile quella coscienza e quel senso culturale che si era assopito per la lunga assenza di rappresentazioni valide e qualificate”.
L’anno 1973, quello della 700a Sagra dei Osei, corona una serie infinita di iniziative alle quali partecipano tutte le associazioni cittadine con una propria specifica manifestazione e alle quali la Pro Sacile ha dato il suo patrocinio.
Dal canto suo la Pro Sacile realizza, tra l’altro, la mostra di pittura di Renato Guttuso, il Concorso ippico nazionale “Città di Sacile”, il concorso letterario “Elogio degli uccelli”, il convegno dell’Associazione Fiere e sagre venatorie, una manifestazione folkloristica, la realizzazione di un trofeo speciale per la Sagra che registra un’affluenza record di visitatori. Alla riuscita contribuiva una massiccia campagna di propaganda: 1800 manifesti poster, 9.000 depliants turistici, 4.700 medaglie commemorative e 600 pezzi di ceramica.
Mario Rossetti lascia la presidenza della Pro Sacile nell’ottobre del 1976, ma resterà all’interno del Consiglio per un altro mandato, anche in considerazione del disastro provocato dal terremoto.
Tuttavia non verrà meno il suo impegno civile perché continuerà a impegnarsi per la comunità nel Consiglio parrocchiale ed in questa veste, si adopererà affinché l’edificio della canonica di proprietà comunale, venga donata alla parrocchia la quale poi procederà al restauro dell’immobile.
A lui la città ha intitolato il giardino pubblico di Via Ponte Lacchin.