Il palazzo simbolo di Sacile e del suo legame con la Serenissima Repubblica, è l’edificio che meglio rappresenta i fasti del ‘500. Chiamato anche “il luogo delle delizie” per l’abbondanza ed i lussi, è stato punto di riferimento per Sovrani, Papi ed Imperatori dell’epoca.
Elegante palazzo cinquecentesco, che porta il nome della famiglia che ne ha creato i fasti, è forse l’edificio meglio rappresentativo del passato di Sacile. Fu edificato su un precedete fabbricato quattrocentesco intorno agli anni settanta del Cinquecento. A volerne la riqualificazione fu l’illustre famiglia dei Ragazzoni, armatori e mercanti veneziani ed in particolare Giacomo Ragazzoni, stabilitosi a Sacile per rafforzare le proprietà terriere della famiglia e gli scambi commerciali e dove ospitò Enrico III di Valois, figlio di Caterina de Medici. Il passaggio del sovrano per Sacile fu uno degli eventi più spettacolari che la storia della Repubblica veneta ricordi: per l’occasione Giacomo Ragazzoni ebbe centinaia di ospiti illustri che furono intrattenuti con spettacoli di musiche e danze. A palazzo, Giacomo Ragazzoni ospitò anche l’imperatrice Maria d’Austria, figlia di Carlo V e vedova di Massimiliano d’Asburgo che ebbe parole di grande apprezzamento per l’accoglienza ricevuta. In prossimità del palazzo è possibile vedere la lapide dedicata alla visita dell’imperatrice.
Dell’antico impianto architettonico, oggi resta solo l’elegante nucleo principale, con le sue preziose facciate: la facciata sul viale Zancanaro evidenzia una trifora e una luminosa quadrifora con balaustre colonnate e fregi di gusto secentesco, mentre quella che dà sul Livenza presenta una pentafora con davanzale all’altezza del piano nobile e porta i segni degli spari del reparto del IV Battaglione Bersaglieri che, qui, si batté il 6 e il 7 novembre 1917 in difesa della città.
Nel cortile d’onore, rimangono dodici statue in stucco della scuola di Alessandro Vittoria (1525-1608). All’interno sono conservati gli splendidi affreschi eseguiti a fine ‘500 dal celebre pittore manierista Francesco Montemezzano, artista della scuola del Veronese. Il suggestivo ciclo pittorico consta di sei grandi scene inserite in pregevoli motivi decorativi e raffiguranti le glorie dei fratelli Giacomo e Placido Ragazzoni, con i sovrani del tempo: Maria Tudor, Filippo II di Spagna marito di Maria Tudor, la Cattolica e fratello dell’Imperatrice Maria d’Austria, Enrico III di Francia, Maria D’Austria, il Doge Sebastiano Venier e il Gran Visir di Costantinopoli. Adiacente al salone in quella che non era la sua posizione originale, ma frutto di successive riduzioni della struttura del palazzo, si può ammirare una cappella privata, con pregevoli decorazioni a stucco dei primi del Settecento raffiguranti dei putti e motivi floreali. Dal salone degli affreschi si accede all’ala est del palazzo, appena restaurata, attraverso la saletta delle bandiere, un ambiente di grande pregio, interamente affrescato con raffigurazioni di simboli e bandiere degli Stati che sono entrati in relazione con la famiglia Ragazzoni. Sulla sinistra si trova il “Salone d’Onore”: la maestosa sala da ballo è sormontata da un ballatoio in legno che in alcuni tratti conserva le decorazioni originali con le pareti del piano superiore decorate con affreschi che rappresentano figure mitologiche ed allegoriche. Il salone è illuminato dalla suggestiva pentafora che si apre sul lato corto e conserva uno splendido e ornato soffitto ligneo. Il palazzo, divenuto in seguito proprietà della famiglia veneziana Flangini, ebbe tra i suoi ospiti più illustri Papa Pio VI (1782) e Napoleone Bonaparte (1797). Dal 1936, per volontà degli ultimi eredi Lacchin, l’edificio appartiene al Comune, che lo utilizza come sede di rappresentanza e di Consigli comunali, oltre che per eventi culturali e turistici di pregio.